“La corte di nebbia e furia” di Sarah J. Maas

Io l’avevo detto che Tamlin non è che mi stesse proprio simpatico! Per carità, non è che sia cattivo o voglia il male di Feyre, ma certo qualche problemino ce l’ha. In questo secondo volume della serie La Corte di Rose e Spine, ritroviamo la nostra cara Feyre di ritorno alla Corte di Primavera dopo essere morta per mano di Amarantha e poi riportata in vita tramite il potere di ciascuno dei Signori Supremi. Questa trasformazione però (dal momento che anche lei adesso è una fae) la scombussola un po’, insieme ai ricordi legati al Regno sotto la Montagna. Amarantha la tormenta ancora in sogno, e la nostra povera protagonista sta diventando un guscio vuoto, soprattutto a causa dei sensi di colpa per aver dovuto uccidere quei due fae.

“La corte di rose e spine” di Sarah J. Maas

La corte di rose e spine si vede già da un po’ sugli scaffali delle librerie e in giro per vari siti e profili social di bookblogger. Eppure, avevo qualche dubbio e non mi sono mai lanciata nella sua lettura. Male. Molto male! Se penso adesso a quanto tempo sprecato, a quanto prima avrei potuto innamorarmi di questi personaggi! Temevo fosse una storia fantasy/YA come altre e che potesse, quindi, cadere in vari cliché. Adesso, invece, sono felice di aver fatto questo atto di fede in un pomeriggio di noia! E posso dire di essermi imbattuta in una nuova autrice che ammiro.
Quando si tratta di leggere storie ambientate in mondi fatati non sono sempre convinta al 100%. Ci sono degli elementi che solitamente stonano, mi turbano… non chiedetemi perché, non lo so neanch’io! In La corte di rose e spine non c’è stata nessuna nota stonata però. Sarah J. Maas ha orchestratto una sinfonia perfetta. La lettura scorre velocissima (l’ho letto in due giorni!) e ogni indizio sull’evolversi della storia si incastra perfettamente agli altri in una macchina ben oliata.

“Ci vuole coraggio nella vita… e tanto, tantissimo cu…” di C.C.C. Dezani

Ci vuole coraggio nella vita… e tanto, tantissimo cu… è un libro sull’amore, la perdita, l’amicizia, l’avventura, la leggerezza e la profondità. Come si capisce già dal titolo, è un libro ironico ed esuberante proprio come la protagonista, Carola. Un chick-lit che va oltre la semplice ironia e scava nel profondo delle emozioni umane.
Carola ha perso l’amore della sua vita, il principe azzurro che si è trasformato da primo amore adolescenziale ad Amore con la A maiuscola. Hanno condiviso un legame talmente profondo da aver resistito alla morte, una morte improvvisa e imprevedibile che ha scosso la vita di Carola. Affrontare la perdita della tua anima gemella è un dolore che non riesco neanche a immaginare, ed è sicuramente un evento che ti cambia nel profondo e stravolge tutto lasciandoti un vuoto dentro, là dove prima custodivi l’essenza della persona amata. È proprio per cercare di colmare questo vuoto che Carola decide di riempire le sue giornate con nuove avventure ed emozioni: dal tango ai giochi di ruolo, da relazioni instabili ad appuntamenti online. Ognuna di queste è una tappa nel suo percorso di accettazione.

Recensione “La cura del dolore” di Nicola Pesce

Autore e al tempo stesso editore, Nicola Pesce riesce in una settantina di pagine a ricordarci una cosa importante, una cosa che purtroppo diamo per assodata e che tendiamo a dimenticare: la libertà.
Questo tema è stato affrontato un’infinità di volte ormai, niente di nuovo dunque. Ciò che rende speciale questo libricino è il modo in cui ne parla Nicola. Un modo nuovo in cui non ci viene semplicemente spiegata l’importanza della libertà, o quanto siamo ciechi di fronte alla vita che ci scorre davanti e senza rendercene conto ci ritroviamo al capolinea senza aver vissuto a pieno solo per paura.

Recension « La langue maudite » de Madi Belem

« La langue maudite » est un des livres sélectionnés au Festival du premier roman de Chambéry. C’est le premier roman de Madi Belem, un jeune marocain qui de Rabat est arrivé en France pour tenir une promesse faite à son père, son « héros ».
Ce livre montre et raconte un Maroc divisé entre le traditionalisme patriarcal et le sens de modernité et changement par suite de l’indépendance de la colonisation française (1956). L’écart n’est pas donné seulement par des idéologies différentes et par la perte d’identité culturelle, mais aussi et surtout par la question de la langue.
« La langue maudite » est un voyage à travers un pays où personne ne lit plus et la seule façon de se faire lire est d’écrire en français, la langue des colons.

Recensione “Madame Bovary” di Flaubert

Emma cresce in un collegio femminile e la sua devozione è esemplare, fin quando non scopre i romanzi e si perde nelle loro scene romantiche. Inizia allora a sognare grandi passioni, ricchezze e viaggi in terre lontane ed esotiche, ma finisce con lo sposare Carlo Bovary, un medico di un paesino di campagna.
Il matrimonio le fa sperare di poter finalmente vivere l’amore e la vita che sognava, ma ben presto si accorge di quanto grande sia stato il suo errore. Carlo è innamoratissimo di lei, questo sì, ma è anche un uomo insulso, senza spina dorsale né ambizioni. La loro vita è piatta, ed Emma non potrebbe esserne più delusa e rammaricata. Carlo lo capisce e decide allora di trasferirsi in un altro paesino, giusto per cambiare aria e ripartire da zero, considerando per di più che aspettano una bambina.

“Norwegian Wood” di Murakami

Questo è uno di quei libri che ti fa piombare in uno stato di malinconia e quando giri l’ultima pagina hai un buco nel petto, proprio al centro, e non sai se piangere o rimanere ferma lì a fissare al vuoto. Io ho fissato il vuoto con gli occhi lucidi, giusto per farmi mancare nulla!
Nei tre giorni che ho impiegato a leggerlo ho buttato qualche commento qua e là a mia madre, come mio solito, e la sua risposta è stata: “Ma hai scelto tu di leggere questo libro? Perché? Ti piace farti del male?”. Ecco, effettivamente sono domande legittime per chi non l’ha letto e sente commenti come “Oh mio Dio, è tristissimo. Sono tutti depressi, cinici o passivi e si ammazzano tutti!”. Il succo potrebbe essere questo, ma è troppo riduttivo limitarsi a dire questo.

Recensione – “Un bellissimo imprevisto”

Quando Cate Alexander mi ha inviato il suo libro sapevo già cosa aspettarmi in linea di massima.
Un bellissimo imprevisto è un romanzo rosa sull’amore al college con relativi drammi. I lettori più incalliti e appassionati del genere potranno riconoscervi diversi cliché che potrebbero apprezzare molto. Quello che mi ha stupita è stato il finale, che immaginavo molto più leggero. Le aspettative su questo genere di romance ci fanno predire buona parte della storia: metti insieme una ragazza timida con il cuore spezzato, un ragazzo bello avvolto in un alone di mistero, ferito dietro la sua maschera da duro, e il gioco è fatto!
In generale ho apprezzato tutta la storia perché anch’io, in fondo, sono un’inguaribile romantica che crede che il vero amore possa vincere su tutto, colpa dell’illusione disneyana probabilmente.
Il finale, però, è quello che mi ha davvero colpita… e affondata! Cate ha messo nero su bianco una di quelle situazioni che nessuno vorrebbe vivere e che, una volta fatto, ti sconvolgono la vita cambiando il tuo modo di guardare alle cose e alle persone che ti circondano. Succede però anche semplicemente leggendo e vivendo le emozioni attraverso i personaggi del libro, e in questo Cate è stata molto brava.

Recensione – “Aurora. Le lacrime di Cala Luna”

Buongiorno, miei cari lettori!
Oggi vi parlo del primo libro di Valeria Papa, autrice emergente vincitrice dell’edizione 2020 del concorso letterario “Racconti Campani”. Ringrazio Valeria per avermi inviato una copia del libro e avermi fatto immergere in una storia bellissima e intrigante. Si legge tutto d’un fiato!
A giugno, Aurora. Le lacrime di Cala Luna ha vinto il “Premio Nazionale Letteratura Contemporanea VIII edizione 2020/2021” inaugurando la carriera letteraria di Valeria Papa.

Aurora è la protagonista della storia, la sua vita è divenuta triste dopo aver perso i genitori in un incidente, passa le giornate in solitudine e le serate a lavoro. Gli unici affetti rimasti sono i suoi due cari amici Luigi e Taisia. L’arrivo di Enea la porterà a scontrarsi con il proprio passato e ad affrontare un futuro oscuro.

Recensione – “Agharta” di Orione Lambri

Buon anno nuovo a tutti!
Voglio inaugurare il 2021 con un libro che mi ha tenuta impegnata in questi ultimi tempi.
Quando ho iniziato a leggerlo sapevo di andar incontro a una lettura particolare. La trama ne è già un indizio, ma i commenti e le impressioni degli altri lettori mi hanno convinto. Non avrei mai potuto immaginare, però, cosa mi aspettasse. Agharta racchiude in sé religione, mitologia, innovazione tecnologica, politica e un’infinità di altre cose. Niente buttato al caso però, bensì posato con cura al momento più opportuno a tessere una trama perfetta.