“Norwegian Wood” di Murakami

Questo è uno di quei libri che ti fa piombare in uno stato di malinconia e quando giri l’ultima pagina hai un buco nel petto, proprio al centro, e non sai se piangere o rimanere ferma lì a fissare al vuoto. Io ho fissato il vuoto con gli occhi lucidi, giusto per farmi mancare nulla!
Nei tre giorni che ho impiegato a leggerlo ho buttato qualche commento qua e là a mia madre, come mio solito, e la sua risposta è stata: “Ma hai scelto tu di leggere questo libro? Perché? Ti piace farti del male?”. Ecco, effettivamente sono domande legittime per chi non l’ha letto e sente commenti come “Oh mio Dio, è tristissimo. Sono tutti depressi, cinici o passivi e si ammazzano tutti!”. Il succo potrebbe essere questo, ma è troppo riduttivo limitarsi a dire questo.

“Se questo è un uomo” di Primo Levi

Buon pomeriggio, miei cari amici lettori!
Oggi vi parlo di un libro di grande potenza, la cui voce si alza forte su quella che era una coltre fittissima di nebbia. Poco, pochissimo infatti si sapeva dei Lager tedeschi in cui vennero sterminati innumerevoli vite.
Una strage atroce e insensata che solleva questioni sull’umanità e la complessità, e fragilità, della mente.