Titolo: La corte di nebbia e furia
Autore: Sarah J. Maas
Serie: A Court of Thorns and Roses #2
Pagine: 622
Dove trovarlo: IBS
“Una piccola parte di me bisbigliava che potevo sopravvivere ad Amarantha; potevo sopravvivere alla transizione in quel nuovo corpo estraneo… Ma non ero sicura di poter sopravvivere a quella cavità vuota e fredda nel mio petto. Persino durante i periodi più bui, quella parte di me era stata piena di colore, di luce. Forse diventare una Fae l’aveva distrutta. Forse Amarantha l’aveva distrutta. O forse l’avevo distrutta io, quando avevo ficcato i pugnali nei cuori di due innocenti e il loro sangue mi aveva scaldato le mani.“
Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l’eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l’arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto – secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte – è per lei quasi un sollievo. Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.
Recensione
Io l’avevo detto che Tamlin non è che mi stesse proprio simpatico! Per carità, non è che sia cattivo o voglia il male di Feyre, ma certo qualche problemino ce l’ha. In questo secondo volume della serie La Corte di Rose e Spine, ritroviamo la nostra cara Feyre di ritorno alla Corte di Primavera dopo essere morta per mano di Amarantha e poi riportata in vita tramite il potere di ciascuno dei Signori Supremi. Questa trasformazione però (dal momento che anche lei adesso è una fae) la scombussola un po’, insieme ai ricordi legati al Regno sotto la Montagna. Amarantha la tormenta ancora in sogno e la nostra povera protagonista sta diventando un guscio vuoto, soprattutto a causa dei sensi di colpa per aver dovuto uccidere quei due fae.
Nessuno però sembra accorgersi del suo tormento interiore e l’iperprotettività di Tamlin non fa che peggiorare le cose. Finché non torna sulla scena il tenebroso Rhysand a riscattare la sua parte dell’accordo con Feyre.
Dopo aver terminato la lettura del primo libro non ero molto convinta di Tamlin, come forse potete ricordare, ma comunque mi era abbastanza indifferente. Qui invece non l’ho proprio sopportato. Cosa che non posso dire di Rhysand che, invece, ha confermato i miei sospetti rivelando ci fosse molto di più dietro quella maschera di cattiveria che ha deciso di indossare. Piano piano infatti viene svelata la sua storia, i sacrifici che ha dovuto fare per proteggere i suoi amici e la sua corte, non quella sotto le montagne alla quale si è ispirata Amarantha, ma quella in alto… la corte dei sogni. Velaris.
Alle stelle che ascoltano,
e ai sogni che si avverano.
Amarantha non rappresenta più un problema e tutti sono impegnati nella ricostruzione del regno e della propria pace interiore. I pericoli però non sembrano finiti. Amarantha infatti non era che una pedina in una scacchiera molto più grande e pericolosa. Il re di Hybern pare sia pronto a fare la propria mossa per distruggere il muro e chiunque incontri sulla sua strada, tanto fae quanto umani. Per impedirlo, ovviamente, bisognerà giocare di astuzia e fare una corsa contro il tempo… ma basterà? E cosa succede quando vengono invischiate anche le sorelle di Feyre? Sono tante le persone coinvolte nel piano del re, il quale ha avuto ben 500 anni per pensare ed escogitare un piano infallibile per conquistare Prythian e il mondo umano.
Non sarei stata più debole o inerme.
Non avrei più permesso a nessuno di spezzarmi.
Di addomesticarmi.
Ogni personaggio ha un ruolo importante all’interno della storia e mi piace molto il fatto che la Maas li abbia sviluppati tutti, e bene, nessuno escluso. Ci sono ancora alcuni personaggi che non so bene dove piazzare, ma parte del fascino e della bravura dell’autrice è proprio questa. Altri invece li amo, come la cerchia ristretta di Rhysand: Mor, Amren, Cassian, Azriel. Sono tutti personaggi perfettamente costruiti.
Inutile dire che anche qui il finale è pazzesco. Leggermente inaspettato – mi ha fatto commuovere un pochino, lo ammetto.
Valutazione