Titolo: Nostalgia pubblicitaria: brevi retrospettive semiserie sugli spot degli anni Ottanta e Novanta
Autore: Dario Pubblici
Editore: Self publishing
Pagine: 52
Dove acquistarlo: Amazon
Sinossi
«Nostalgia, nostalgia canaglia…» cantavano Al Bano e Romina Power nel 1987. E come dar loro torto!
Tra gli anni Ottanta e Novanta è nata una generazione davvero peculiare, cresciuta a merendine e televisione nella più totale spensieratezza e ingenuità. Con il passare del tempo però, essa si trasformò in un esercito di nostalgici che tuttora fa fatica a trovare un posto nel mondo attuale…
Anche l’esperto di comunicazione Dario Pubblici faceva parte di questo plotone: la televisione è stata la sua compagna fedele e inseparabile sin dai primi anni, e amava la pubblicità anche più dei programmi che interrompeva.
Più cresceva e più si convinceva che l’epoca della sua infanzia fosse davvero ideale. Il suo desiderio più recondito divenne così l’ossessione di poter rivivere il ventennio dei magnifici Ottanta e Novanta, e non scollarsi più da quell’epoca.
Sarà per questo che, una volta divenuto adulto, decise di specializzarsi proprio in pubblicità?
Di certo questa scelta fu cruciale: grazie ad accurati studi di settore, una introspezione psicologica senza precedenti, nonché una massiccia dose di satira, l’autore trovò il modo per sconfiggere la nostalgia pubblicitaria…o quasi!
Il libro si compone di una serie di retrospettive semiserie relative ad alcune delle pubblicità più iconiche di quel periodo. Mettendo in luce una serie di contraddizioni e stranezze presenti negli spot sotto forma di parodia, l’opera intende esorcizzare attraverso la risata l’effetto nostalgia provato dai millennials.
Capii che la pubblicità non era tanto un riflesso veritiero della società di quel tempo, piuttosto essa aveva creato un potente immaginario stucchevole ed edulcorato a sé stante, da cui la nostra generazione teledipendente ha attinto a piene mani per improntare le proprie vite.
Recensione
Dario fa un excursus pubblicitario molto divertente e sarcastico. Mi sono ritrovata diverse volte a ridere alle sue descrizioni e possibili chiavi di lettura.
Parte dalla pubblicità dell’amaro Montenegro, analizzando diversi spot che si sono susseguiti negli anni, passando ai profumi, gli elettrodomestici e l’immancabile cibo.
Chi tra di voi si ricorda dello spot del profumo Arrogance o del dopobarba Denim? Entrambi hanno creato l’idea dell’irresistibilità dell’uomo che li avrebbe usati, pompando i loro ego e incoraggiando un atteggiamento maschilista. L’uomo che non deve chiedere mai… Ma cosa hanno comportato realmente? Ogni pubblicità ha fatto leva sulle nostre emozioni e percezioni sensoriali facendosi strada nell’immaginario comune, promuovendo ambiti prodotti di cui non avremmo più potuto fare a meno, o almeno è quello che hanno voluto farci credere. Quando si suol dire “pubblicità ingannevole”…
Dal 1985 venne lanciata una campagna emotiva senza precedenti che segnò in maniera indelebile l’immaginario colletivo: si tratta dei celebri spot che hanno come filo comune il “ritorno a casa”, sostenuti da una colonna sonora toccante – il brano Hymne del compositore greco Vangelis – e dall’azzeccatissimo slogan «Dove c’è Barilla, c’è casa».
“Nostalgia pubblicitaria” è disponibile solo in formato Kindle perché ogni spot di cui parla Dario è accompagnato da un link che rimanda al relativo video su YouTube, dandoci la possibilità di visualizzare e comprendere meglio di cosa si sta parlando.
Sono molto interessanti i commenti satirici sulle eventuali e possibili reazioni avute dai telespettatori e dalla critica. Dario ci mostra la realtà celata dietro tutti questi improbabili spot rispecchiandoli nella nostra quotidianità. E come dice lui, ci siamo fatti abbindolare bevendoci le scene irrealistiche propinateci.
Oserei dire che la Famiglia del Mulino Bianco sta alla famiglia italiana media come la famiglia Flanders sta alla famiglia Simpson.
Lettura perfetta per il weekend poiché si legge velocemente. È anche un ottimo modo per cavalcare l’onda dei ricordi senza però venirne travolti, ridendone e guardandoli con occhi diversi, un po’ più critici.
Occhi che userete anche per guardare le pubblicità attuali, perché saranno anche passati gli anni, ma il modus operandi delle agenzie pubblicitarie resta lo stesso!
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