Novità in libreria – 22 ottobre

Locandina novità della settimana

Buongiorno, miei cari lettori!
Anche questa settimana vi presento una selezione dei libri in uscita da giovedì 22 ottobre.
Questi sono i libri che mi hanno incuriosita di più.

“Le inseparabili” di Simone de Beauvoir

Copertina libro

«Un rapporto fondamentale, che ha profondamente influenzato Beauvoir e le sue idee sulla disuguaglianza di genere e il sessismo» – The New York Times

Le inseparabili, che viene pubblicato in contemporanea con la Francia, è il racconto romanzato della straordinaria amicizia tra Simone de Beauvoir e Zaza (Elisabeth) Lacoin, dal loro incontro a scuola, nel pieno della Prima guerra mondiale, alla morte di Zaza nel 1929. La narratrice Sylvie/Simone è immediatamente sedotta da Andrée/Zaza, bambina intelligente e ribelle: le due diverranno inseparabili, nonostante l’ostilità della famiglia di Andrée, un clan ultracattolico dalle tradizioni rigidissime. Ma se l’amicizia riuscirà a sottrarsi all’ambiente oppressivo in cui Andrée è costretta, lo stesso non varrà per la ragazza, schiacciata dall’annullamento dell’individualità che le è richiesto. Così la commovente storia di un’amicizia è anche una denuncia nei confronti di una società bigotta e ipocrita, incapace di accettare ciò che sfugge alla sua gretta meschineria. Simone de Beauvoir scrisse Le inseparabili nel 1954 e, pur avendo deciso di non pubblicarlo, conservò il manoscritto. Oggi, finalmente ritrovato, è una grande scoperta letteraria: sebbene Sylvie/Simone tenda nel racconto ad annullarsi nell’amica, emerge chiaramente il suo percorso, divergente, che le permetterà non solo di salvarsi, ma anche di diventare una figura fondamentale nella storia dell’emancipazione femminile nel Novecento.
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“Azami” di Aki Shimazaki

Copertina libro

Con Azami, prima storia di una nuova avvincente pentalogia, Aki Shimazaki dipinge sentimenti intimi, rapporti lacerati vissuti nell’ombra e nella menzogna, partendo da una famiglia come tante.

Il trentenne Mitsuo Kawano si divide tra la famiglia e il lavoro in una rivista culturale, e per colmare l’inesistente vita sessuale con Atsuko, la madre dei suoi figli, frequenta locali erotici. Un giorno incontra per caso Goro Kida, un ex compagno di classe, diventato presidente di un’importante compagnia ereditata dalla famiglia, che lo invita a trascorrere una serata in un club lussuoso. Lì lavora come entraîneuse la bella e misteriosa Mitsuko, una loro ex amica di scuola, il primo amore segreto di Mitsuo, la ragazza che nel diario giovanile lui chiamava azami, come il fiore del cardo. I ricordi riaffiorano e ben presto tra i due nasce una relazione in cui Mitsuo riscopre una passionalità inattesa e totalizzante. Tuttavia l’apparente equilibrio tra la vita quotidiana e gli incontri furtivi è destinato a incrinarsi per mano dell’intrigante Goro Kida. Repentini cambiamenti di vita e l’infittirsi del mistero attorno a Mitsuko culminano in un malinconico finale ricco di suspense. Coincidenze e simbologie impreziosiscono la sempre evocativa scrittura dell’autrice, dalla radice dei nomi Mitsuo e Mitsuko, che racchiude l’idea dell’appagamento, benché nessuno dei due sia soddisfatto della propria vita, al fiore del cardo, che accompagna tutto il romanzo.
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“Etzel Andergast” di Jakob Wassermann

Copertina libro

Dopo Il caso Maurizius, pietra miliare della letteratura tedesca che ha suscitato l’ammirazione di Thomas Mann e Henry Miller, la trilogia di Jakob Wassermann prosegue con Etzel Andergast, che torna nelle librerie italiane in una nuova traduzione.

Nella Repubblica di Weimar, prostrata dai debiti di guerra e sconvolta dalla marea montante dell’odio nazionalsocialista, un ragazzo sbandato, intelligente e pronto a tutto incontra un medico la cui solitaria ricerca – che nella malattia del corpo vede una volontà di declino dell’anima – l’ha reso per alcuni un luminare, per altri un ciarlatano. Il giovane e confuso Etzel, che a causa di un tragico passato familiare cerca disperatamente una figura paterna, elegge il professor Joseph Kerkhoven a suo maestro: gli confida le proprie inquietudini, gli racconta la sua storia, gli chiede consiglio e lo affascina fino a diventare suo assistente. Kerkhoven in parte è attratto da quel ragazzo straordinario, in parte spera di poter restituire il dono ricevuto anni addietro da un nobile e lungimirante malato: la fiducia in se stesso, la capacità di fermarsi a guardare, la volontà di non farsi travolgere dagli avvenimenti. In una Berlino buia, smaniosa, teatro di scontri di piazza e vendette, Etzel e Kerkhoven si studiano reciprocamente, si cercano, si scontrano; quello intorno a loro è un universo di agitatori e aspiranti rivoluzionari, filantropi e derelitti. Presto il professore presenterà il ragazzo a sua moglie e lo inviterà a trasferirsi nella loro abitazione. Ma in una società spiritualmente malata, pronta a farsi sedurre dalla mistica di un Demagogo, l’incontro tra la generazione dei padri e quella dei figli avrà un esito tragico e imprevedibile.
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“Fairy Oak. La storia perduta” di Elisabetta Gnone

Copertina libro

«Le radici dei popoli sono come le radici degli alberi: consolidano il terreno per le generazioni future. E ogni storia perduta, o dimenticata, può contenere molte verità.»

Il tempo è passato e molte cose sono cambiate a Fairy Oak, e così capita di immalinconirsi riguardando vecchie fotografie davanti a un tè, ricordando vecchi amici e grandi avventure. Ma quando i ricordi approdano all’anno della balena, i cuori tornano a battere e i visi a sorridere. Che anno fu! Cominciò tutto con una lezione di storia, proseguì con una leggenda e si complicò quando ciascun alunno della onorata scuola Horace McCrips dovette compilare il proprio albero genealogico. Indagando tra gli archivi, le gemelle Vaniglia e Pervinca, con gli amici di sempre, si mettono sulle tracce di una storia perduta e dei suoi misteriosi protagonisti. E mentre il loro sguardo ci riporta nella meravigliosa valle di Verdepiano, si consolidano vecchie amicizie, ne nascono di nuove, si dichiarano nuovi amori e si svelano sogni che diventano realtà.
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“Senza ritorno” di Carmen Yáñez

Copertina libro

La raccolta presenta le poesie sia in originale che in traduzione con un utile rimando da una all’altra.

Carmen Yáñez torna in questa raccolta alle tematiche che le sono più care – l’amore, la memoria, l’esilio e la poesia stessa -, un mondo denso di ideali e di battaglie civili e politiche. La sua è una scrittura che colpisce, quasi ferisce il lettore, frutto di un dolore che in qualche modo l’autrice ha saputo addomesticare. E la sua parola è sempre esatta, spoglia di ogni fronzolo retorico per cercare, e cogliere, il nucleo del senso. Un nucleo che gravita intorno ad alcuni cardini: il Cile, il forte senso di appartenenza alla terra; e la casa, origine e allegoria di ciò che vorremmo forte e duraturo, ma che sappiamo essere evanescente e fragile. Per questo, chi è costretto a lasciare il proprio paese impara in modo brutale a non sentirsi mai al centro di niente, a sentirsi, semmai, alla periferia anche di se stesso. In questa poesia della perdita e della vita nostalgica c’è spazio anche per la morte. Non importa che i versi si rivolgano alle persone amate – come nella prima, struggente poesia dedicata al compagno della sua vita, Luis Sepúlveda – o ad altri personaggi che vanno e vengono come ombre: la voce di Carmen Yáñez si fa voce di tutti noi e, attraverso la parola e il ricordo, apre uno spiraglio di salvezza.
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“Nel castello di Fardaqan” di Youssef Ziedan

Copertina libro

«Una storia vera, appassionante e commovente, che si legge come un romanzo.» Kirkus Reviews
«Potente e allo stesso tempo suggestivo… Stupendo»Psychology Today

Siamo nel nord dell’Iraq tra il 2014 e il 2017. Lo Stato islamico, uno dei regimi più brutali e sanguinari della storia recente, è al potere nella città di Mosul: i «traditori» vengono uccisi, i libri bruciati, le donne oppresse. Ma, ed è un fatto che ha del miracoloso, in un parco sul lato orientale del Tigri, uno zoo è rimasto aperto. Il Padre dei leoni è la storia dello zoo di Mosul e della sua sopravvivenza (all’Isis e non solo) sotto la guida di Abu Laith. Anche se il suo vero nome è Imad, tutti lo hanno sempre chiamato con quel soprannome: Abu Laith, «Padre dei leoni». E sarà grazie ai suoi sforzi che gli animali sopravvivranno non solo a due anni di occupazione dell’Isis, ma all’inedia e ai bombardamenti delle forze di liberazione. Sì, perché quando gli animali cominceranno a non avere più nulla da mangiare, Abu Laith e la sua famiglia faranno la fame per tenerli in vita, raccogliendo il cibo avanzato nel quartiere; fino a quando, in un ultimo ed eroico sforzo… Louise Callaghan, giornalista esperta di Medio Oriente, ha scritto un libro emozionante e al contempo straniante, tramato da un’ironia e persino da un umorismo del tutto particolare. Ma forse l’aspetto più interessante di questa storia è che è vera. Vero il personaggio, indimenticabile, di Abu Laith, vera la sua famiglia, veri tutti gli animali dello zoo e gli altri personaggi che costellano questo libro: che, parlando di animali, insegna a conservare la propria umanità in mezzo alla barbarie.
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“Jane Seymour. La regina più amata” di Alison Weir

Copertina libro

Una delle più antiche riflessioni sulla morte, sulla fugacità del tempo e sul potere terapeutico della parola, e al tempo stesso un appassionato inno alla vita, troppo breve solo per quanti non sono in grado di apprezzarla.

Nella prima e più celebre delle sue Consolazioni Seneca si rivolge a Marcia, affranta in seguito alla prematura scomparsa del figlio Metilio. Richiamandosi alla forza d’animo della donna il filosofo la conforta e la sprona a trovare le risorse necessarie per risollevarsi da un lutto di fronte al quale «il tempo, rimedio naturale anche contro gli affanni più gravosi, si è rivelato del tutto inefficace». Lettera a una madre che ha perso il figlio (Consolazione a Marcia il titolo originale dell’opera) è una delle più antiche riflessioni sulla morte, sulla fugacità del tempo e sul potere terapeutico della parola, e al tempo stesso un appassionato inno alla vita, troppo breve solo per quanti non sono in grado di apprezzarla.
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“Crepitio di stelle” di Jón Kalman Stefánsson

Uscita 21 ottobre

Copertina libro

Un grande romanzo sull’amore, la poesia e la memoria. Una storia famigliare che va dall’inizio del XX secondo fino agli anni Settanta e si snoda in tutta l’Islanda.

Una conchiglia e un sasso, ricordi di famiglia che fanno riemergere dal passato due grandi storie d’amore e di vita: quella burrascosa e irrequieta del bisnonno, uomo dalle mille risorse e mille debolezze, che sposa una diciassettenne cui resterà sempre legato malgrado l’irrefrenabile tendenza alla fuga, e quella tenera e triste del padre, apprendista muratore che, venuto a Reykjavík dai fiordi dell’Est, trova l’amore della vita in una ragazza ribelle e sognatrice, destinata a morire troppo presto lasciandolo con un bambino di sette anni. Quel bambino, oggi quarantenne, ripercorre con l’ingenuità dell’infanzia il dolore di quei momenti, le lunghe giornate di solitudine con i suoi inseparabili soldatini, la comparsa improvvisa e sconvolgente di una donna dal ruolo inquietante di matrigna. Ma riaffiorano anche i momenti quotidiani della vita del quartiere, il panettiere Böðvar dagli occhi tristi, le partite a pallone, l’amicizia con Pétur dalle mani delicate, le angherie del bullo Frikki. Ricreando attraverso la scrittura i meccanismi della memoria, dove il tempo si dilata e si contrae sovrapponendo immagini, pensieri, sentimenti e luoghi, Jón Kalman Stefánsson intreccia i destini di quattro generazioni di donne e uomini, vite effimere come le nuvole nei cieli d’Islanda, la cui incessante ricerca di un senso – nella vita, nel bisogno di radici, nell’inesorabilità della morte e del desiderio – è assoluta ed eterna.
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“Il più grande spettacolo del mondo” di Don Robertson

Copertina libro

Morris Bird III è un odierno Huckleberry Finn. Cleveland è la sua Odissea. L’anno è il 1944, l’America è in guerra, le persone razionano il cibo, commentano le notizie alla radio, sognano coi film di Alan Ladd e Veronica Lake, si schierano pro o contro Roosevelt. Morris invece è un bambino che si interroga sull’amore, l’amicizia, l’onore, il coraggio e la morte. Che cosa sono queste strane parole? Cosa significano? È così che inizia un viaggio attraverso Cleveland, Ohio, per andare a trovare l’amico Stanley Chaloupka. Un viaggio pieno di avventure e incontri, un’epopea picaresca in cui la lingua di Robertson si diverte a intrecciare storie su storie, aprendo la mente e il cuore del lettore con una naturalezza disarmante. “Il più grande spettacolo del mondo” è un ritratto nostalgico sull’infanzia e la sua magia, un romanzo di formazione come nella grande tradizione americana, con echi di Twain e Melville ma anche di Shakespeare, il tutto mescolato con leggerezza e profondità, cattiveria e dolcezza. “Il più grande spettacolo del mondo” apre la trilogia dedicata al personaggio di Morris Bird III, pronipote del Morris Bird conosciuto in “Paradise Falls”, fidanzato della Julie Sutton di Julie.
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Vi do appuntamento alla prossima settimana per nuove imperdibili uscite!

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