Ebbene sì, sta volando anche febbraio! E pensare che io ancora mentalmente non sono neanche entrata nel 2022… consoliamoci con questi bellissimi libri in uscita domani, giovedì 10 febbraio.
“La bambina sputafuoco” di Giulia Binando Melis

Se ascoltassimo il bambino che è in noi, la sua fantasia ci tirerebbe fuori da tutti i guai.
Io mi chiamo Mina e mi piacciono molte cose: denti di leone, tonno in scatola, libri, ricotta, lucciole e soprattutto i draghi, e le fiamme che escono dalla loro bocca. I draghi nessuno li uccide, sono fortissimi e per questo io mi sento una di loro, infatti la prima volta che ho visto Lorenzo non mi sono neanche spaventata. Lui era infuriato, urlava forte e mi ha lanciato un’occhiataccia. Ma io lo so che era solo molto arrabbiato, come me. Stare qui non ci piace per niente e questo è stato un ottimo motivo per diventare amici. Insieme facciamo sul serio. Siamo davvero due brutti ceffi e di fronte a noi se la danno tutti a gambe, perfino la paura. Il nostro mondo ha le regole che abbiamo deciso: ci sono mostri dentro i laghi, gnomi che aspettano il diploma di magia, gocce d’acqua che diventano animali fantastici e licantropi che esistono davvero. Chi non ci crede noi non lo ascoltiamo perché nonostante quello che dicono gli adulti, questa non è immaginazione. Questa è la realtà. Quella migliore per mettere a punto il nostro piano segreto. Un piano di fuga coi fiocchi. Perché io e Lorenzo dobbiamo scappare. Andarcene via dall’ospedale dentro cui viviamo ormai da troppo tempo e raggiungere il mondo fuori. Perché quando rivedremo il cielo, ogni cosa cambierà. Perché quando siamo insieme non ci batte nessuno.
Ci sono esordi che risuonano nel cuore di chi li legge per molto tempo. È così per La bambina sputa fuoco. Noi siamo Mina quando ascoltiamo il bambino che abbiamo dentro. Quando lasciamo che la fantasia ci faccia da guida. Quando ci fidiamo di un’amicizia vera, che non ci fa sentire soli. Tratto dall’esperienza dell’autrice, è un romanzo che insegna come il potere dell’immaginazione possa tirarci sempre fuori dai guai.
Potete trovarlo su: IBS
“L’archivio dei sogni spezzati” di Elizabeth Buchan

Apri questo archivio, riscopri i tuoi ricordi.
C’è un archivio, a Roma, di cui pochi conoscono l’esistenza. Un archivio speciale, che raccoglie i ricordi e le testimonianze degli stranieri che in Italia hanno trovato la loro ultima dimora. Che siano morti per cause naturali, per un incidente o per un omicidio, di ciascuno l’Archivio Espatriati conserva i nomi e, a volte, i segreti. Come il diario in cui si imbatte la giovane Lottie, sepolto sotto una pila di carte in disordine… Quando lascia l’Inghilterra nella primavera del 1977, Nina è convinta che Roma sarà l’ennesima tappa di un lavoro che non le ha ancora permesso di mettere radici. A trentasette anni, ha ormai rinunciato all’idea di crearsi una famiglia. Poi, però, incontra Leo. Gentile, affascinante e idealista, Leo è come un vento che a poco a poco spazza via tutte le sue certezze. Nina non si è mai sentita così felice. Ancora non sa che quell’amore sarà la sua rovina… Leggendo il diario di Nina, Lottie ha l’impressione di avere molto in comune con quella donna vissuta quarant’anni prima: anche lei straniera in una città che non conosce, anche lei pronta a lasciare tutto per seguire l’uomo che ama. Per questo sente il bisogno di scoprire cosa sia successo a Nina e perché la sua vita sia stata stroncata nel momento in cui stava per sbocciare. Ancora non sa di essersi messa sulle tracce di un segreto che la riguarda molto da vicino…
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“Lupa nera” di Juan Gómez-Jurado

Restare viva non è mai stato tanto difficile. Dopo Regina Rossa, che ha incoronato Antonia Scott come la nuova protagonista assoluta del thriller spagnolo, il secondo capitolo della trilogia bestseller di Juan Gómez-Jurado.
Antonia Scott e Jon Gutiérrez sono ancora alla ricerca di Sandra Fajardo, quando Mentor li convoca per un altro caso al momento più pressante. Si tratta della scomparsa di Lola Moreno, moglie di Yuri Voronin, tesoriere di un clan mafioso che opera nella zona di Malaga. Lola Moreno è svanita nel nulla da quando, in un centro commerciale, qualcuno ha cercato di ucciderla. Nel frattempo, il marito Yuri veniva brutalmente trucidato nella loro villa. Ma Jon e Antonia non sono i soli a cercare Lola. È a questo punto che entra in scena l’ineffabile donna russa che risponde al nome di Čërnaja Volčica: la Lupa Nera, pericolosissima sicaria al soldo dei mafiosi. Dai paesaggi assolati dell’Andalusia, fino agli scenari innevati della sierra, Antonia Scott, sempre alle prese con i suoi demoni, dovrà affrontare una temibile nemica. Nel frattempo, il signor White e Sandra Fajardo non si sono certo dimenticati di lei…
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“La violoncellista” di Daniel Silva

La sorte di Viktor Orloff è segnata da tempo immemorabile. Un tempo era l’uomo più ricco dell’Unione Sovietica, ora vive in esilio a Londra, da dove ha lanciato una crociata contro i cleptocrati che controllano il Cremlino. La sua casa è protetta da guardie del corpo armate fino ai denti, eppure, nel bel mezzo di una pandemia globale, il presidente russo riesce infine a depennare il suo nome dalla lista delle persone di cui vuole sbarazzarsi. Davanti alla vittima c’è una pila di documenti… contaminati da un letale agente nervino. Secondo la polizia a consegnargli quelle carte è stata una sua collaboratrice, una nota reporter investigativa. E quando la donna, poche ore dopo il delitto, sparisce senza lasciare tracce, il MI6 conclude che si trattava di un sicario al soldo dei russi che è riuscita a eludere il formidabile servizio di sicurezza del miliardario. Ma Gabriel Allon è convinto che i suoi colleghi dell’intelligence britannica si sbaglino…
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“Fuoco e ghiaccio. Poesie” di Robert Frost

«Come un pezzo di ghiaccio su una stufa rovente la poesia deve cavalcare il proprio scioglimento». Questa spiazzante formula di poetica racchiude i due estremi del fuoco e del ghiaccio, al centro della visione di Frost come di molti suoi versi – estremi inestricabilmente complementari, di quelli che fanno il tormento e la delizia di critici e lettori. «Ma il bello sta nel modo in cui lo dici» recita un suo verso. Così, dietro i grandi monologhi drammatici espressi in un parlato popolare, come dietro i sonetti e le altre composizioni formalmente ineccepibili da lui predilette – del verso libero diceva che era come «giocare a tennis senza rete» -, c’è sempre qualcos’altro. Qualcosa che ci turba, che ci mette in discussione, e non si lascia domare. Sarà per questo che le sue poesie, anche a leggerle cento volte, manterranno sempre la loro freschezza, continueranno a custodire il loro segreto. In questa vastissima scelta, tratta da tutta la sua produzione, il lettore avrà modo di incontrare il maggiore poeta americano del Novecento, diventato paradossalmente, come tutto ciò che lo riguarda, il più ‘moderno’, forse perché il più refrattario, ingannevole, e a modo suo audace, fra i grandi modernisti. Quello con cui bisogna ogni volta tornare a fare i conti.
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“La scultrice. Vita di Camille Claudel” di Pia Rosenberger

Genio, passione, solitudine e follia nella vita di Camille Claudel, allieva e amante di Auguste Rodin.
«Dal sogno che è stata la mia vita, ora è rimasto solo l’incubo. Da cosa deriva tanta ferocia umana?» – Camille Claudel
Parigi, maggio 1881. Camille Claudel percorre spedita boulevard du Montparnasse, diretta all’Académie Colarossi, una delle due scuole d’arte private della città che accettano anche allieve donne. Ha sedici anni e arriva dalla campagna, dove ha strenuamente lottato per ottenere dai genitori il permesso di recarsi nella capitale e realizzare il suo sogno: studiare scultura. Sin da quando, in una giornata di pioggia, l’argilla umida tra le sue mani di bambina ha assunto docile la forma di una colomba addormentata, Camille sa di avere il dono di modellare e di riuscire a scorgere le figure nei blocchi informi ancora prima di prenderli in mano. Ora, finalmente, sotto l’attenta guida di Alfred Boucher, che la ritiene la più dotata tra i suoi allievi, può lasciarsi alle spalle i pregiudizi di quanti ritengono che la scultura non si addica alla sensibile natura femminile, e dedicarsi alla sua passione. Passione che minaccia di trasformarsi in ossessione quando, a sostituire Boucher, arriva Auguste Rodin. Rodin, che Camille conosce di fama per essere il creatore di una gigantesca porta dell’inferno ispirata al regno di tenebra della Divina Commedia, ha quarant’anni, spalle e braccia così muscolose che le cuciture della giacca sembrano sul punto di esplodere e una barba rossiccia che gli arriva fino al petto. È considerato lo scultore migliore della sua epoca, e c’è chi sostiene che sia un genio, mentre altri lo considerano un impostore. A Camille, tuttavia, basta uno sguardo per capire che quell’uomo irradia un’energia incontenibile, un’aura tanto abbagliante da risultare irresistibile. Tra genio e follia, passione e tormento, la drammatica e tempestosa vita di una grande artista in un romanzo capace di penetrare nella zona d’ombra di un’epoca, la Belle Époque, passata alla Storia col suo volto frivolo e spensierato.
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“Il silenzio del mondo” di Tommaso Avati

Il silenzio del mondo è un romanzo sulla diversità dell’essere sordi, sul linguaggio, sul dolore del comunicare. Un libro dove i gesti sostituiscono le parole, dove l’ascolto è qualcosa che va inventato nuovamente, ogni giorno. Ma è anche un romanzo che l’autore ha cucito per sé.
«L’avrebbe ricordata per sempre, fino a che fosse vissuta: era sorda come lei ma aveva questo misterioso e favoloso potere, la capacità magica di tenere le parole tra le dita».
Questo romanzo narra una saga familiare che si svolge in un periodo di tempo che va dall’avvento del fascismo fino ai giorni nostri. È la storia di tre donne: nonna, madre e figlia, tutte non udenti. Rosa viene dal tempo antico e contadino. Impara una lingua simile a quel che vede e tocca: forte e sanguigna. Quella lingua è come una madre, se la porta con sé fino alla fine, e per essa si scontra col mondo civilizzato che non la capisce, e che lei non può comprendere. Da Rosa nasce Laura, che cresce nella grande città, conosce la lingua della gente, la governa, la padroneggia. Ma quella lingua che tutti parlano in realtà non le appartiene. Riconoscerlo è doloroso, richiede fatica, ci vuole coraggio. Una volta accettata la verità, sarà difficile tornare indietro. E da Laura nasce Francesca che è il prodotto dell’oggi. Parla la lingua di tutti, usa codici sofisticati, alternativi, evoluti. Ma Francesca sospetta che non bastino, lo capisce poco alla volta mentre l’ansia del mondo lentamente la assale.
«È una storia che mi riguarda» ha scritto Tommaso Avati, «perché parla della sordità che io conosco per averla sperimentata sulla mia pelle fin dalla nascita. So cosa voglia dire non udire, vivere in un mondo ovattato e separato, distante e mai davvero raggiungibile dagli altri, persino dai tuoi cari». Ora questo mondo ovattato e separato, per certi versi irraggiungibile, è diventato un romanzo, tutto al femminile, pieno di poesia, sorprendente e di una spietata dolcezza.
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“L’ultima neve d’inverno” di Stina Jackson

Tra le mura di una fattoria desolata in un angolo dimenticato della Svezia si celano oscuri segreti che troppo a lungo sono stati tenuti sotto chiave…
Nonostante il calendario dica che la primavera è ormai iniziata, l’inverno si rifiuta di allentare la sua gelida morsa su Ödesmark, piccola comunità del freddo Nord della Svezia. La maggior parte degli abitanti del villaggio non desidera altro che andarsene e in tanti l’hanno fatto: per ogni casa con la luce accesa ce ne sono molte altre abbandonate a un lento degrado. Per questo, chi non è ancora riuscito a lasciare quel posto desolato si chiede perché Liv si ostini a rimanere. Liv che lavora tutto il giorno alla stazione di servizio. Liv che ha un figlio adolescente ma nessuno sa da chi l’abbia avuto. Liv che viene accompagnata ovunque da Vidar, suo padre, l’uomo più ricco della zona. Liv che sa che i pochi vicini rimasti la guardano, sparlano alle sue spalle, si interrogano sulla sua famiglia e sugli affari oscuri di Vidar, un uomo al quale i nemici non mancano… Liv sa perfettamente che a Ödesmark nessuno dimentica mai niente. Per questo, quando la neve si tinge di sangue, Liv stessa finisce nell’elenco dei possibili responsabili. Ma la verità è ben sotto la superficie ghiacciata delle apparenze…
Con una cifra stilistica del tutto personale e una storia tanto fitta quanto commovente, Stina Jackson esplora il lato oscuro dei legami tra persone e tra i luoghi della loro esistenza. E quanto questi legami possano essere ferocemente, spaventosamente indistruttibili.
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“Gli altri americani” di Laila Lalami

Un affresco sull’America di oggi che fa riflettere su temi di stretta attualità, come l’identità, le questioni razziali e l’immigrazione.
«Un romanzo potente sull’intolleranza e la compassione, la resilienza e la debolezza, l’amore e la perdita, popolato da personaggi imperfetti le cui vite sono scosse da azioni ed emozioni fuori dal loro controllo.» – The Economist
È una tranquilla sera di primavera a Desert Hot Springs, nel deserto californiano del Mojave. Driss Guerraoui, sessantenne immigrato marocchino di prima generazione, abbassa la serranda del suo ristorante e si incammina verso casa quando un’auto in corsa lo investe, uccidendolo. Una morte occasionale, una morte come tante. Eppure Nora, la figlia prediletta di Driss, ne è certa: non è stato un incidente. Nora convince la detective Coleman a non chiudere il caso, ma la comunità non aiuta, e l’unico testimone dell’incidente è un irregolare messicano, Efraim, che non intende parlare per paura di essere rimpatriato. Accanto a Nora, in un rapporto complesso e carico di non detti, sua madre Maryam e sua sorella Selma non la sostengono, e la ragazza si trova sola a dover sciogliere molti nodi che pensava di essersi lasciata alle spalle. Cominciano così un’indagine poliziesca, e il racconto di una comunità costretta a ricomporre i tasselli di un mosaico disgregato fatto di identità, integrazione, razza, invidia di classe. Quando il mistero della morte di Driss Guerraoui verrà infine risolto, la sua famiglia avrà avuto il tempo di un confronto, e ci sarà posto per la nascita di un nuovo, imprevisto amore.
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“Fiocchi di neve e una tazza di tè” di Ellen Berry

Preparatevi a innamorarvi del villaggio di Burley Bridge.
«Delicato, emozionante e divertente.» – The Daily Mail
Lucy ha sempre adorato il Rosemary Cottage, fin da quando era bambina. Nonostante l’aspetto fatiscente, la incantavano le mura antiche e la quieta atmosfera che percepiva lì attorno. Non avrebbe mai potuto immaginare che trent’anni dopo ne sarebbe diventata la proprietaria… Quando ha perso il lavoro, l’annuncio di vendita del cottage le è sembrato un segno. Uno di quelli che non si possono ignorare. E così si è trasferita insieme al marito e ai figli nella ridente località di Burley Bridge, decisa a trasformare il casale in un delizioso B&B e a dare una svolta alla propria vita. Ma le cose non sono andate esattamente come aveva immaginato e, dopo aver visto naufragare il suo matrimonio, Lucy si ritrova a fare i conti da sola con due bambini e gli ospiti della struttura. Forse comprare il Rosemary Cottage non è stata la migliore delle idee… Ma proprio quando sta per gettare la spugna, il destino mette sulla sua strada qualcuno che potrebbe sconvolgere di nuovo i suoi piani.
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